Verso l’Unione europea della salute: Bruxelles adotta due accordi strategici
La Pandemia di Covid-19 non è solo un brutto ricordo, ma anche un’esperienza sulla quale riflettere bene a livello istituzionale, per non ripetere in futuro una serie di sbagli, costati cari alle vite dei cittadini europei.
Lo ha compreso il Parlamento Europeo che il 4 ottobre scorso ha approvato nuove misure per rafforzare la capacità dell’Unione di far fronte alle minacce sanitarie e alla salute dei cittadini. Dalle parole della relatrice del provvedimento Veronique Trillet Lenoir, si apprende l’ambizione di Bruxelles di costituire un’Unione Europea della salute, puntando anche alla revisione dei trattati.
Per il momento, le norme appena varate dagli eurodeputati creano strumenti per una migliore performance della prevenzione contro le malattie trasfrontaliere, e mirano alla preparazione di una risposta compatta dei paesi UE di fronte alle minacce alla salute, e non solo a causa di virus, e infezioni.
Il testo normativo, ammette con franchezza gli errori del recente passato e cerca gli strumenti per scongiurarne la ripetizione. Un errore riconosciuto dagli eurodeputati è per esempio quello della contrattazione individuale che ciascuno Stato ha fatto dei dispositivi medici e dei vaccini, e che ha provocato ritardi nella profilassi e danni economici ingenti. Altro errore è stato quello di aver consentito misure di contenimento disomogenee tra un Paese e l’altro, che hanno reso totalmente inutili i sacrifici imposti ai cittadini di uno Stato quando nel Paese immediatamente confinante e comunicante, le regole erano molto meno restrittive.
Accanto alle nuove norme di prevenzione e controllo, gli eurodeputati hanno votato a favore dell’accordo sulla proroga del mandato al Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie. Conosciuto con l’acronimo ECDC, il suo compito è proprio quello di assicurare la coerenza e l’integrazione delle misure adottate in caso di emergenza.
Per fare questo, il centro europeo dovrà collaborare costantemente con la Commissione, gli stati nazionali e l’OMS. Naturalmente, per permettere l’efficacia del lavoro dell’ECDC, l’accordo autorizza procedure di raccolta, analisi e diffusione dei dati sanitari a livello dell’Unione, nel rispetto delle regole sulla privacy. Compito del Centro europeo di prevenzione sarà anche quello di formulare specifiche raccomandazioni a quegli Stati i cui sistemi sanitari dimostrano di non saper rispondere in modo consono alla prevenzione dei focolai di malattie trasmissibili.
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