Tributario

Verifiche fiscali, l’entrata in scena dell’Intelligenza Artificiale

Un algoritmo avrà la capacità di identificare in modo accurato i contribuenti a rischio fiscale per sottoporli ai controlli

Per i controlli in materia fiscale, l’Agenzia delle Entrate prende come punto di riferimento l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale. Si tratterà, precisamente, di un algoritmo che avrà la capacità di identificare, in modo più accurato, i contribuenti – che presentano un moderato livello di rischio fiscale - da sottoporre alle verifiche fiscali.

 Sommario
  1. L’introduzione dell’IA in materia fiscale

  2. L’IA vs controlli fiscali: le novità dell’Agenzia delle Entrate

  3. Considerazioni finali

La via europea per l'Intelligenza artificiale., di Camardi Carmelita, Ed. CEDAM, 2023. Atti del Convegno del Progetto Dottorale di Alta Formazione in Scienze Giuridiche - Ca' Foscari Venezia, 25-26 novembre 2021.
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1. L’introduzione dell’IA in materia fiscale

Il 16 marzo 2023, il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge delega in materia fiscale.

È interessante notare come, tra i vari obiettivi fissati dalla legge delega, l’art. 15 sottolinei l’implementazione "dell'utilizzo delle tecnologie digitali, anche supportate dall'intelligenza artificiale, al fine di ottenere, attraverso la piena interoperabilità tra le banche dati, la disponibilità delle informazioni rilevanti e garantirne il tempestivo utilizzo" per "circoscrivere l'attività di controllo nei confronti di soggetti a più alto rischio fiscale".

Lo scopo, dunque, è quello di utilizzare gli algoritmi per individuare eventuali comportamenti anomali o evasivi da parte dei contribuenti, attraverso l'analisi dei dati già presenti negli archivi dell'Agenzia delle Entrate.

La stessa riforma fiscale pare, infatti, essere orientata – fondamentalmente - alla lotta contro l’evasione fiscale e all’ implementazione delle tecnologie informatiche per migliorare l’accertamento fiscale.

L’introduzione dell’IA all’interno dei complessi sistemi di selezione e valutazione dei soggetti da sottoporre a verifiche fiscali rappresenta sia passi avanti mossi dall’amministrazione finanziaria, che una migliore efficienza nella selezione dei soggetti da attenzionare da parte del Fisco.

Da notare, infatti, che secondo quanto indicato nella recente Direttiva 2023/74424 dell’Agenzia Entrate, e sulla base delle indiscrezioni contenute in una recente intervista rilasciata dal Direttore dell’Agenzia dott. Ernesto Maria Ruffini, l’IA affiancherà, al momento, i funzionari nella fase di selezione e “scrematura” dei soggetti da sottoporre a controlli.

In termini generali, “l’analisi del rischio fiscale ricomprende le tecniche, le procedure e gli strumenti informatici utilizzati per individuare i contribuenti che presentano un elevato rischio fiscale, inteso come il rischio di operare, o aver operato, in violazione di norme di natura tributaria ovvero in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario; una volta individuate le posizioni fiscalmente rischiose, le stesse sono trasmesse alle articolazioni organizzative che si occupano dei controlli, che effettuano ulteriori approfondimenti e valutazioni al fine di individuare i soggetti nei cui confronti avviare un’attività istruttoria”.

Dunque, l’analisi del rischio in materia fiscale, grazie alla disponibilità e al tempestivo utilizzo delle informazioni rilevanti, consente di operare interventi idonei a circoscrivere i controlli nei confronti di soggetti a più alto rischio fiscale. Ovviamente, l’analisi di tale rischio rientra in un processo organizzativo che utilizza le informazioni presenti nelle banche dati, per associare la probabilità di accadimento ad un determinato rischio fiscale.

Detto processo può essere scomposto in dieci fasi che partiranno con l’individuazione di coloro che potrebbero essere possibili evasori. In tal caso, si sceglieranno i dati che dovranno essere utilizzati fino ad arrivare ai veri e propri controlli di natura fiscale. Verrà, infatti, utilizzato lo strumento dell’anonimometro, così definito poiché analizzerà i dati dei conti corrente in modo anonimo, senza cioè il collegamento con il nome del titolare. Esso ha il compito di effettuare una analisi del rischio di evasione fiscale, analizzando i dati contenuti proprio nell’Anagrafe dei Conti Corrente.

Solo in caso di individuazioni di situazioni anomale l’Agenzia delle Entrate potrà associare il dato alla persona, mentre i contribuenti che alla fine del processo non saranno sottoposti a controlli fiscali, potranno contare sulla sicurezza della protezione dei propri dati e, appunto, sull’anonimato.

Dunque, il documento pubblicato il 19 maggio 2023 rappresenta una delle tutele previste ai fini di garantire il rispetto dei diritti del contribuente e, così facendo – ossia analizzando periodicamente i dati – si potrà capire quali sono i soggetti più ad alto rischio di evasione fiscale.

L’Agenzia delle Entrate, inoltre, è chiara nelle sue intenzioni; specifica che la logica sottostante l’uso di un algoritmo è quello di supportare gli Uffici locali preposti al controllo nell’attività di selezione delle posizioni da sottoporre ad attività istruttoria. L’obiettivo dell’algoritmo è quello di consentire agli Uffici preposti al controllo di ordinare - secondo diversi criteri di priorità - le posizioni già individuate in esito ad un’analisi deterministica, così da ottimizzare i risultati e la calendarizzazione delle attività istruttorie.

L’intelligenza artificiale non accantona, comunque, l’intervento umano e, di conseguenza, non si fa uso di alcun tipo di processo decisionale completamene automatizzato. Nel momento in cui verranno utilizzate le informazioni dell’Archivio dei rapporti finanziari per l’individuazione dei rischi fiscali, i dati personali dei contribuenti verranno sostituiti con codici fittizi, in modo che, nel corso del trattamento di tali dati, non sia mai consentita la possibilità di associare i dati finanziari ad uno specifico individuo, prima che sia stata verificata la presenza di un rischio fiscale.

Inoltre, è bene sottolineare che nel documento dell’Agenzia delle Entrate (testo in calce), denominato “INFORMATIVA SULLA LOGICA SOTTOSTANTE I MODELLI DI ANALISI DEL RISCHIO BASATI SUI DATI DELL’ARCHIVIO DEI RAPPORTI FINANZIARI”, è presente un c.d. allegato tecnico (testo in calce), che riporta un esempio di applicazione della logica degli algoritmi.

In particolare, l’algoritmo è stato sviluppato al fine di supportare gli Uffici preposti al controllo ad effettuare efficaci selezioni delle posizioni nei cui confronti avviare un’attività istruttoria.

In particolare, detto algoritmo “consente di ordinare le diverse posizioni di soggetti già individuati a seguito di specifiche analisi del rischio, secondo un rank che può essere utilizzato per stabilire un criterio di priorità nella calendarizzazione delle attività”. Ovviamente, tale elemento viene integrato dalle informazioni possedute dalle strutture di controllo e, di conseguenza, costituisce solo una delle componenti del quadro istruttorio complessivo.

Il metodo di analisi adottato è di tipo supervisionato: “sulla base dell’insieme dei dati storici (training set) relativi ai controlli con esito definitivo (cioè non più modificabile), viene addestrato un modello predittivo che associa alle informazioni note ex-ante - relative a ogni posizione selezionata - la probabilità che a valle della fase istruttoria si registri un esito positivo del controllo”.

Dunque, l’essere umano inizierà a muovere i primi passi – tramite l’incrocio tra le banche dati, a cui l’Agenzia delle Entrate ha accesso e da cui sarà possibile selezionare i contribuenti che presentano le c.d. anomalie fiscali -, per ulteriori controlli.

A seguito di ciò, l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale.

L’IA, infatti, tramite tale algoritmo potrà orientare le attività fiscali in modo più preciso, con l’individuazione dei profili da sottoporre ad accertamento.

I contribuenti individuati nelle c.d. liste, selezionate dall’Intelligenza Artificiale, saranno sottoposti a nuovi approfondimenti e, al termine di tale processo, si passerà alla fase di controllo (a cura dei funzionari e non dell’IA).

Sulla base di quanto espresso, sapienti risultano le parole della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al G7 di Hiroshima, secondo cui: “vogliamo che i sistemi di IA siano accurati, affidabili, sicuri e non discriminatori, indipendentemente dalla loro origine”.

2. L’IA vs controlli fiscali: le novità dell’Agenzia delle Entrate

Sulla base di quanto sopra espresso, la svolta, infatti, avviene con il documento pubblicato sul sito dell’Agenzia delle entrate, in data 19 maggio 2023, in cui sono stati forniti i criteri alla base del funzionamento delle metodologie di analisi del rischio evasione, fondate sull’utilizzo dei dati contenuti nell’Archivio dei rapporti finanziari e sull’incrocio con le altre informazioni a disposizione dell’Agenzia stessa.

La pubblicazione descrive la logica utilizzata dagli algoritmi, nonché le banche dati utilizzate nelle attività di analisi del rischio.

La logica sottostante ai modelli di analisi di rischio, basati sui dati dell’archivio dei rapporti finanziari – effettuati si sensi della Legge n. 160/2019 – ha avuto una specificazione nella pubblicazione di tale documento dello scorso maggio.

La presente pubblicazione risponde a precise richieste di informativa che il Garante della privacy ha espresso in un parere – rilasciato il 30 luglio 2022 – riguardo le valutazioni di analisi, basate su algoritmi, effettuate prendendo come punto di riferimento i dati contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari.

Inoltre, quanto espresso si evince dalla lettura dello stesso documento, secondo il quale “il predetto parere contiene alcune prescrizioni che devono essere adempiute prima dell’avvio delle attività di analisi del rischio e, in particolare, la pubblicazione sul sito istituzionale dell’Agenzia delle entrate di un documento illustrativo della logica degli algoritmi”.

Ma qual è la finalità di tale documento?

Secondo quanto riportato, l’Agenzia delle Entrate ha progettato - secondo le indicazioni fornite della Legge di Bilancio del 2020 - un sistema in grado di individuare i contribuenti che presentano un elevato livello di rischio di evasione, di frode o di elusione fiscale, basato su strumenti innovativi come l’intelligenza artificiale, che necessita però, per il suo funzionamento, di una serie di attività che hanno ad oggetto i dati personali, ossia di un trattamento dati.

Questo documento ha lo scopo di illustrare, in maniera quanto più semplice ed immediata possibile, proprio gli aspetti principali di questa attività di trattamento dei dati personali dei contribuenti, e nello specifico:

  • quali sono le finalità del trattamento dei dati personali;

  • quali dati personali vengono utilizzati;

  • in che modo viene svolta l’attività;

  • per quanto tempo vengono conservati i dati;

  • a chi vengono comunicati tali dati;

  • quali sono i diritti del contribuente nell’ambito di questo trattamento.

Questa azione intrapresa dall’ Agenzia delle Entrate, cioè di trasformare i dati in informazioni e le informazioni in conoscenza, risponde, da un lato, all’esigenza di raggiungere un livello di compliance fiscale ottimale e, dall’altro, ad evitare l’attivazione di controlli nei confronti di soggetti che hanno adottato comportamenti conformi alle norme tributarie.

Tuttavia, è da segnalare un punto di particolare rilevanza.

La lettura dei documenti pubblicati sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate lo scorso 19 maggio, infatti, non sembra rispondere appieno a quelle esigenze di trasparenza e di tutela richieste dal Garante della privacy e, ad oggi, risulta inattuato quel canale di dialogo fra Agenzia delle Entrate e organismi rappresentativi dei contribuenti, attraverso cui si sarebbero dovute illustrare, in contraddittorio, le tecnologie e le metodologie utilizzate nell’espletamento delle suddette attività.

Il processo, infine, si basa su analisi realizzate con l’utilizzo di appositi algoritmi - ai sensi della legge n. 160 del 2019 - e sui dati, da cui l’Agenzia delle Entrate prende le informazioni necessarie, provenienti da banche dati a cui ha accesso anche la Guardia di Finanza.

La stessa Agenzia delle Entrate, inoltre, con una nota del 6 giugno 2023, assicura che non ci sarà nessuna profilazione massiva né automatismi lesivi della sfera giuridica dei contribuenti. L’algoritmo predittivo messo a punto avrà “solo” il compito di consentire agli Uffici preposti al controllo di ordinare - secondo diversi criteri di priorità - le posizioni già individuate in esito ad un’analisi deterministica.

L’IA, infatti, è ufficialmente parte integrante al servizio del Fisco, che con la citata Direttiva 2023/74424, ha affidato all’ufficio data science il compito di sviluppare “metodologie di supporto alle attività di controllo preventivo, anche avvalendosi di tecniche di machine learning e intelligenza artificiale”.

Potremmo, dunque, dire che la lotta all’evasione fiscale sia entrata – ufficialmente – in una nuova era, quella degli algoritmi.

il fisco , di Autori AA. VV., Ed. il Fisco, Periodico. Settimanale di approfondimento fiscale per professionisti e imprese
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3. Considerazioni finali

L’utilizzo della tecnologia deve essere sempre ben bilanciato, per evitare errori o il riscontro di anomalie che andrebbero a colpire un numero non indifferente di contribuenti.

Dunque, l’utilizzo dell’IA è uno degli strumenti utili per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). In tal senso, l’obiettivo primario dell’IA è quello di contrastare l’evasione fiscale che, in Italia, raggiunge livelli ancora molto elevati.

Con lo scopo di ottimizzare i controlli, infatti, i primi segnali arrivano da Bruxelles, grazie a spinte e finanziamenti atti ad inserire nelle procedure governative la tecnologia, sfruttando a pieno le potenzialità informatiche.

Tuttavia, è ovvio che l’uso di tale tecnologia – soprattutto in questo settore – deve richiedere una maggiore tutela dei diritti insindacabili dei contribuenti.

In particolare, si fa riferimento a due aspetti: quello della privacy e quello fiscale.

Sul primo punto, vi sono ancora delle criticità che richiedono ulteriore attenzione nel complesso processo di valutazione e analisi dei rischi. Sotto l’altro profilo, invece, vi sono perplessità circa la tutela del diritto di difesa del contribuente, secondo anche quanto indicato nello Statuto del Contribuente (L. 212/2000).

Alla luce di tali considerazioni, l’unica pronuncia rilevante in tal senso è quella del Consiglio di Stato, nella Sentenza 2270/2019, secondo cui: “il meccanismo attraverso il quale si concretizza la decisione robotizzata (ovvero l’algoritmo) deve essere “conoscibile”, secondo una declinazione rafforzata del principio di trasparenza, che implica anche quello della piena conoscibilità di una regola espressa in un linguaggio differente da quello giuridico.

Tale conoscibilità dell’algoritmo deve essere garantita in tutti gli aspetti, dai suoi autori sino al procedimento usato per la sua elaborazione, al meccanismo di decisione comprensivo delle priorità assegnate nella procedura valutativa e decisionale e dei dati selezionati come rilevanti. Ciò al fine di poter verificare che gli esiti del procedimento robotizzato siano conformi alle prescrizioni e alle finalità stabilite dalla legge o dalla stessa amministrazione”.

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