Riforma penale: il DDL Nordio passa alle Camere

Il 20 luglio scorso il Presidente della Repubblica Mattarella ha autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge di modica al codice penale, di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare. Tra le misure previste, l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, le modifiche al reato di traffico di influenze illecite, la stretta sulla pubblicazione del contenuto di intercettazioni.

Il 20 luglio, con la firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è passato all’esame del Parlamento il DDL Nordio (testo in calce), approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 15 giugno.

Tra le modifiche più rilevanti al codice penale, il provvedimento prevede l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio e la riformulazione del reato di traffico di influenze illecite.

In particolare, per la configurazione del reato di traffico di influenze illecite il DDL prevede che le relazioni del mediatore con il pubblico ufficiale debbano essere effettivamente sfruttate e non solo vantate, e debbano essere esistenti e non solo asserite; nel nuovo testo presentato dal CdM, l’utilità data o promessa deve essere di natura economica, il denaro o altra utilità deve essere data o promessa per remunerare il pubblico ufficiale o per far realizzare al mediatore una mediazione illecita.

Sul piano dell’elemento psicologico, le relazioni devono essere sfruttate “intenzionalmente”. Infine, il trattamento sanzionatorio viene inasprito innalzando il minimo edittale da 1 anno a 1 anno e 6 mesi.

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Il DDL rende applicabile al traffico di influenze illecite le attenuanti della particolare tenuità e dell’essersi adoperato per evitare che l’attività delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione degli altri responsabili o per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite.

Viene estesa alla fattispecie riformulata anche la causa di non punibilità della collaborazione processuale.

Sul piano processuale, il DDL Nordio interviene ampliando il divieto di pubblicazione delle intercettazioni, che viene consentito solo nel caso in cui il contenuto delle stesse sia stato riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento e venga utilizzato nel corso del dibattimento. Vietato il rilascio di copia delle intercettazioni e la loro pubblicazione, quando la richiesta sia presentata da soggetto diverso dalle parti e dai loro difensori, salva l’esigenza di utilizzare i risultati delle intercettazioni in altro procedimento specificamente indicato.

Per la p.g. è introdotto il divieto di riportare nei verbali d’intercettazione i dati relativi a soggetti diversi dalle parti, salvo che risultino rilevanti ai fini delle indagini.

Per il Giudice è vietato acquisire nello stralcio le registrazioni e i verbali di intercettazione che coinvolgano soggetti diversi dalle parti, salva la dimostrazione della loro rilevanza.

Per il P.M. è vietato indicare nella richiesta di misura cautelare i dati personali di soggetti diversi dalle parti coinvolti in conversazioni intercettate, salvo che ciò sia indispensabile per la compiuta esposizione. Stesso divieto è previsto per il giudice nell’ordinanza di misura cautelare.

Altre rilevanti novità di ordine processuale, riguardano la previsione della collegialità del giudice della misura cautelare della custodia in carcere, e l’interrogatorio preventivo nei casi di applicazione della misura cautelare, eccetto i casi in cui la misura debba essere adottata a sorpresa (ad esempio nei casi di pericolo di fuga e inquinamento probatorio) o in quelli in cui ricorra il pericolo di reiterazione di reati di rilevante gravità (delitti commessi con uso di armi o altri mezzi di violenza personale).

Prevista anche l’indicazione sommaria del fatto all’interno dell’informazione di garanzia, e il divieto di pubblicazione dell’informazione di garanzia fino al termine delle indagini preliminari. Introdotta infine l’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento da parte del P.M. per i reati oggetto di citazione diretta indicati all’art. 550 del Codice di procedura penale (contravvenzioni, delitti puniti con la pena della reclusione non superiore nel massimo a quattro anni o con la multa, sola o congiunta alla pena detentiva e altri reati specificamente indicati).

La Riforma introdotta dal DDL Nordio, contestata dall’ANM, porta l’approvazione del CNF e delle Camere penali italiane, per la parte in cui introduce maggiori garanzie a favore dell’indagato e per aver introdotto l’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento da parte dell’accusa. Resta critica invece l’avvocatura per il mancato intervento normativo in tema di condizioni di ammissibilità delle impugnazioni del difensore.

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