Uguaglianza di genere: nell’UE accelerano i progressi
Un paio di lustri fa l’Istituto europeo per l'uguaglianza di genere aveva introdotto l’indice sull’uguaglianza di genere quale indicatore del relativo status quo nell’UE.
Nei primi 9 anni sono state tirate delle somme poco incoraggianti, in quanto il progresso è proceduto al rallentatore.
Il più elevato step nel punteggio complessivo si è registrato quest’anno: l'UE risulta a 70,2 punti su 100!
I paesi coi migliori risultati sono risultati Svezia, Paesi Bassi e Danimarca, mentre Italia, Portogallo, Lussemburgo e Malta, pur avendo ottenuto punteggi inferiori alla media UE, hanno in realtà apportato notevoli miglioramenti in termini di uguaglianza di genere.
Traducendo i dati, significa che se i paesi mettono in atto misure, il ritmo dei progressi aumenta.
L’ultimo report elaborato dall’Istituto europeo per l'uguaglianza di genere indica che il divario di genere nell’assistenza non retribuita si sta riducendo, non perché siano gli uomini a farsi carico di una parte maggiore del lavoro di cura, bensì le tecnologie di assistenza, i servizi di consegna a domicilio e l’aumento dell’occupazione femminile stanno contribuendo a questo cambiamento. La tecnologia, quindi, può supportare alcuni cambiamenti esternalizzando una parte dei compiti assistenziali.
Sempre il report di quest’anno indica che, per la prima volta negli ultimi 10 anni, il numero di donne nei parlamenti e nei consigli di amministrazione ha raggiunto il 33%: le quote regolamentate in 8 Stati membri dell’UE hanno contribuito a rompere il soffitto di vetro nelle aziende, vedendo più donne nei ruoli apicali e implementando innovazione, creatività e produttività nei c.d.a.
Significativi i progressi nel settore del lavoro, in particolare per le opportunità di lavoro flessibili. Man mano che la transizione digitale e green evolve, vengono creati più nuovi posti di lavoro, che richiedono riqualificazione e miglioramento delle skill per soddisfare le domande nuove e in evoluzione del mercato, anche se le donne non risultano coinvolte come potrebbero.
La transizione green non creerà solo la domanda di competenze STEM, ma pure nuove domande nel settore dell’assistenza dove c’è carenza di persone.
L’ultimo indice sull’uguaglianza di genere mostra quindi che il progresso è possibile, ma resta fragile quando non è supportato da azioni in tutti gli ambiti della vita, in tutti gli Stati membri.
Il report esorta ad avere una prospettiva intersezionale, specie nell’ambito del cambiamento climatico ove le disparità di genere sono sperimentate da diversi individui e gruppi.
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