Amministrativo

Stato di diritto in UE, la Relazione 2022

Il documento analizza gli sviluppi nell’Unione Europea dei 4 settori chiave: giustizia, anticorruzione, pluralismo e libertà dei media, e bilanciamento dei poteri

Pubblicata la terza relazione annuale sullo Stato di diritto nell’Unione Europea (testo in calce), che analizza gli sviluppi nell’Ue, nei quattro settori chiave: giustizia, anticorruzione, pluralismo e libertà dei media e bilanciamento dei poteri.

Dopo la pandemia di Covid-19, lo scenario bellico alle porte orientali dell’Europa accresce l’importanza di un controllo serrato sul rispetto degli standard dello Stato di diritto nei paesi membri dell’Unione Europea. Come dichiarato dal Commissario per la Giustizia, Didier Reynders, "L'aggressione ingiustificata e non provocata della Russia nei confronti dell'Ucraina dimostra che proteggere e promuovere lo Stato di diritto è più importante che mai. L'UE manterrà la propria credibilità solo se lo difenderà entro i propri confini e se continuerà a rafforzare la cultura dello Stato di diritto”.

La novità di questa terza relazione annuale è quella di contenere raccomandazioni costruttive per ciascun Paese membro, il cui seguito ed i cui risultati saranno valutati nelle successive edizioni della relazione.

In cima all’agenda politica Ue dell’ultimo anno si trovano le riforme della giustizia, che in molti Stati hanno portato al rafforzamento dell’indipendenza della magistratura, alla modifica della composizione e dei poteri dei consigli di giustizia, alla revisione delle procedura di nomina dei giudici e all’incremento di autonomia delle Procure.

Se molti Paesi hanno introdotto misure di miglioramento dell’efficienza e della qualità della Giustizia, puntando soprattutto sulla digitalizzazione dei sistemi giudiziari, persistono preoccupazioni per alcuni Stati Membri soprattutto sul fronte delle nomine dei giudici ai tribunali di grado superiore e alla presidenza degli organi giurisdizionali e anche sul grado di indipendenza ed autonomia delle Procure e sul ricorso a procedimenti disciplinari che rischiano di intaccare l’indipendenza dei giudici.

In tema di corruzione, l’UE si colloca tra le regioni meno corrotte al mondo. La maggior parte degli Stati membri si è dotata di un’ampia legislazione in ambito penale, ed ha incrementato le risorse e la formazione delle Procure responsabili nella lotta alla corruzione.

Il sistema istituzionale dell'unione europea, di Baratta Roberto, Ed. CEDAM, 2022. Il volume ricostruisce il sistema dell’Unione europea secondo lo schema concettuale dell’istituzionalismo, quale autonomo e composito fatto istituzionale fondato sull’effettività e integrato negli ordinamenti nazionali.
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Tuttavia l’Eurobarometro 2022 segnala che il 68% dei cittadini percepisce ancora diffuso il fenomeno corruttivo nel proprio Paese. In alcuni Stati membri questa sfiducia dei cittadini è motivata dall’eccessiva lunghezza delle indagini e dei relativi processi. Le norme di trasparenza, che obbligano i funzionari pubblici a dichiarare la propria situazione patrimoniale, pur presenti ormai in tutti gli Stati, sono variabili da Paese a Paese in termini di portata, trasparenza ed accessibilità delle informazioni.

All’esito della relazione, la Commissione ha quindi formulato specifiche raccomandazioni per il potenziamento dei quadri preventivi anticorruzione, sia in termini di maggiore efficacia dell’azione penale, che rafforzando la normativa in materia di lobbying e conflitto di interessi.

Un’ attenzione particolare è riservata dalla relazione 2022 al tema della libertà e del pluralismo dei media. Alla luce dei pericoli causati dalla diffusione di fake news durante la Pandemia e dopo l’invasione russa dell’Ucraina si è palesato ancor più evidente, scrive la Commissione, il ruolo cruciale dei giornalisti nel verificare i fatti e nell’informare i cittadini.

Alcuni Stati membri si stanno muovendo per migliorare la sicurezza e le condizioni lavorative dei giornalisti e per rendere più trasparente la proprietà dei media, ma resta una preoccupazione generale per la mancanza di trasparenza nella distribuzione della pubblicità statale, per i conflitti di interesse e per le difficolta di accesso ai documenti pubblici.

La Relazione 2022 ribadisce che il servizio di informazione pubblica esercita un ruolo determinante nella salvaguardia della democrazia e raccomanda l’adozione di una normativa che ne tuteli l’indipendenza, assicurando che i finanziamenti pubblici siano adeguati, che la pubblicità statale sia distribuita in modo equo e trasparente, che le risorse non vengano utilizzate per esercitare pressioni politiche sui media.

In tema di bilanciamento dei poteri, la terza Relazione sottolinea il ruolo chiave delle Corti costituzionali, recentemente constatato ad esempio nel controllo delle misure di emergenza. In alcuni Stati membri manca ancora però un quadro formale che consenta la efficace consultazione dei portatori di interessi, rendendo arduo l’intervento in giudizio delle organizzazioni della società civile.

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